Ep. 02: Le voci della strega del mare

Episode 2 October 10, 2023 00:16:52
Ep. 02: Le voci della strega del mare
Le voci della strega del mare
Ep. 02: Le voci della strega del mare

Oct 10 2023 | 00:16:52

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La tua voce può cambiarti la vita! Il secondo episodio riguarda i colori della voce. 
Parleremo del metodo elaborato dal doppiatore e psicologo Ciro Imparato 

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Puntata 2 -LE VOCI DELLA STREGA DEL MARE – ALESSIA SABA INTRODUZIONE Buongiorno benvenuti! State ascoltando “Le voci della strega del mare” su UR Podcast, il podcast dell’Università di Genova. Sono Alessia e oggi parleremo dei colori della voce, facendo riferimento al metodo “Four voice colors” elaborato dal doppiatore e psicologo torinese Ciro Imparato. si basa su 4 colori principali abbinati a modalità diverse di impostare la voce in base al contesto. ARGOMENTO La voce non è un elemento da sottovalutare, pensate alle interazioni sociali che avete nell’arco della giornata, nell’ambito privato ma soprattutto formale, nel quale si valutano molti aspetti legati al linguaggio verbale e para-verbale, sono rilevanti: l’atteggiamento della postura, l’abbigliamento, i movimenti, i gesti… che facciamo... la scelta delle parole, e il modo di pronunciarle durante l’esposizione di un nostro pensiero. Quante volte ascoltiamo la voce per misurare la credibilità di qualcuno che non conosciamo? Quante volte ci rendiamo conto che ci sia un disagio, sentendo l’incertezza nel tono delle persone vicine a noi? Ciro sottolinea l’importanza della cura di questo strumento per una buona comunicazione, che permetta di esprimersi in maniera efficace, autentica e coinvolgente. -Come si ottiene questo effetto? Dipende dalla prima impressione, da un fenomeno chiamato PRIMING, un meccanismo psicologico, in base al quale l’elaborazione delle informazioni davanti a un primo stimolo, influenza l’elaborazione delle informazioni legate agli stimoli successivi. Occorre dare un colore alle parole che diciamo , mantenendo una coerenza con la prima impressione e modulare i colori delle frasi successive. Ci sono vari aspetti da considerare come: il tempo, il ritmo, il volume e il tono. Spesso le persone soffrono di una sorta di “DALTONISMO VOCALE”, si crea incoerenza tra: quello che diciamo e come lo diciamo, si verifica quando si utilizza il colore sbagliato, crea distacco, perplessità e fastidio nell’interlocutore. Nella quotidianità per abitudine o per sfuggire all’imbarazzo, usiamo una VOCE GRIGIA priva di espressività, un esempio è la classica voce da call-center, monotona e cantilenante…. in poche parole noiosa… ma questo non deve abbatterci perché tutti noi siamo capaci di animare i nostri discorsi, perché le variazioni nascono spontaneamente con le emozioni che proviamo, dobbiamo lavorare sulla consapevolezza per gestirle in maniera efficace, e sfruttarle nella comunicazione. per es. quando incontriamo qualcuno che abbiamo piacere di vedere, nasce spontaneamente un sorriso, e parlando con questa persona la voce cambia, le sonorità sono luminose, esprimono allegria, e coinvolgimento. la VOCE GIALLA è caratterizzata dell’energia, solarità, la sentiamo spesso alla radio, negli spot pubblicitari, ed è molto utile per calamitare l’attenzione della platea nella fase iniziale di un discorso. Permette di creare un contatto immediato, perché ispira positività e simpatia, costantemente abbinata a un sorriso, un volume alto, un tono alto o basso a seconda delle situazioni, il tempo è molto veloce, e le pause brevi. Ovviamente non è possibile mantenere questo tono per tutto il tempo, rischia di risultare finto, solitamente si passa al VERDE, il colore della tranquillità, serenità, la voce verde è quella dell’empatia. È caratterizzata da un volume medio-basso e tono basso, un tempo lento, e le pause sono esitanti, perché spesso si utilizza per raccontare qualcosa di personale come un’esperienza. Si adatta ad ogni contesto ….. la VOCE BLU, va usata con cautela, possibilmente dopo la verde, non all’inizio del discorso , perché è la voce dell’autorevolezza, della sicurezza. La sentiamo nei documentari o sul luogo di lavoro, anche se spesso non viene utilizzata in maniera corretta, è molto facile sembrare arroganti o prepotenti. Come si ottiene la voce blu? Con un volume medio alto, un tono basso conclusivo, le pause nette e le frasi che pronunciamo si devono chiudere, come se fossero dei titoli. Con la VOCE ROSSA esprimiamo la passione, il coinvolgimento. Rivela una maggiore intimità con l’interlocutore, assume sfumature diverse a seconda del colore di partenza… giallo, verde o blu. Quando usiamo questa voce, il volume è alto, il tono è medio-alto, il tempo veloce e le pause inesistenti, perché il ritmo è incalzante. Ciro sconsiglia fortemente… l’uso della voce grigia - che abbiamo citato prima - e della VOCE NERA, la voce della rabbia, dell’acredine, la utilizziamo quando siamo profondamente convinti di aver ragione, riteniamo di aver subito un torto, e reagiamo con aggressività davanti all’interlocutore, questa dinamica è deleteria, la voce verde in questi casi viene in nostro soccorso, perché permette di farsi ascoltare e neutralizzare la negatività, ottenendo un ambiente più sano e disteso nel quale è possibile affrontare le divergenze, trovando delle soluzioni o punti in comune. INTRODUZIONE LETTURA La lettura di oggi è dedicata a tutti gli appassionati di cucina, per vostra fortuna… sono riuscita a trovare un ricettario nell’antro della strega. Si intitola -> Animali misteriosi e come mangiarli LETTURA Fenice – un piatto immortale La Fenice è un uccello di grande bellezza e rilevanti dimensioni, dall'estetica simile, per alcuni versi, al fagiano dorato, per altri al Pavone, con un becco grifagno simile all'Aquila, una corona di piume sul capo - simbolo di Osiride e chiamata in egiziano Atef - con un portamento aggraziato degno di un airone. Le piume, color oro e cremisi, nella tradizione russa le sono valse il nome di “uccello di fuoco”, ma hanno anche una qualità cangiante e iridescente, virando a seconda della luce sul violetto, arancio, blu lapislazzulo. Conosciuta in quasi tutte le culture antiche, è presente nella tradizione egizia, araba, greco romana e - con nomi diversi -celtica e orientale. Nota per il suo canto melodioso e soave e per le sue capacità curative (si dice che una sua lacrima guarisca da ogni male), deve la sua fama soprattutto alla capacità di rinascere dalla morte. Nella tradizione, raggiunti i 500 anni La Fenice si fabbrica una sorta di Pira funeraria fatta di legni ed erbe aromatiche, tra cui vengono spesso citati cannella, incenso, mirra, mirto, sandalo, cedro e spigonardo (qualunque cosa sia). Composta e accesa la catasta, vi si adagia e rende l'anima. Appena ridotta in cenere risorge (non è chiaro se come uovo o come implume), e in tre giorni è di nuovo adulta e pronta a ricominciare la sua vita immortale. In pochissimi dichiarano di averla vista, ma in genere si concorda che ve ne sia solamente una al mondo. Immortale e solitaria: non stupisce che il suo canto sia così malinconico da struggere l'anima. Ma quello che più ci interessa in questa sede, è la sua preziosa valenza in cucina. Le sue carni sono squisite, morbide, simili a quelle della faraona, ma con un retrogusto aromatico dovuto alle progressive rinascite immerse in essenze preziose, che ne hanno Impregnato le carni. La si può cucinare in vari modi, al forno, in padella e in casseruola, con patate e carote a richiamare i colori del piumaggio, ma la modalità migliore, quella che garantisce la massima fedeltà alla tradizione, è senz'altro alla fiamma del camino: è questa la ricetta che andiamo a proporvi. La parte più singolare, bizzarra della questione è però un'altra: recenti scoperte scientifiche hanno dimostrato, che La Fenice rinasce e dalle ceneri cresce anche dopo essere stata mangiata: è sufficiente, dopo esservene pasciuti, gettare nella fiamma viva ossicini, pelli, becco, zampe… tutto quanto non avrete ritenuto commestibile. La Fenice entro tre giorni risorgerà in forma smagliante, pronta a essere cucinata nuovamente, non prima di averci allietato con il suo canto dolcissimo. Considerato che una Fenice di medie dimensioni può sfamare agevolmente una famiglia di quattro persone per almeno tre giorni, le prospettive sono vertiginose: se solo fosse possibile far moltiplicare a dismisura il numero delle fenici viventi, per clonazione, osmosi o gemmazione che sia, si potrebbe ritenere una volta per tutte risolto il problema della fame nel mondo. La Fenice non ha bisogno né di riparo né di nutrimento. Non solo: con le sue lacrime potremmo debellare le malattie, e con le sue piume (anch'esse destinate a riformarsi) realizzare lussuosi cuscini e caldi piumoni. Ci affidiamo alla Valentia degli scienziati: è una sfida ardua, ma merita di essere affrontata. Certo ci si potrebbe chiedere quanto sia piacevole per il povero pennuto vivere la sua immortalità in un eterno alternarsi di fiamma e tavola imbandita ma, a parziale consolazione, si può ritenere fortunato: almeno non rischia di estinguersi anzitempo, come il Dodo o il rinoceronte Albino. Preparazione della fenice per la cottura: Prima di tutto, c'è un piccolo problema. La fenice è immortale, almeno fino a quando non è stata cotta a puntino. Quindi se la volete cucinare dovrete farlo da viva. Per fortuna, oltre che non poter morire, non può nemmeno sentire il dolore. Vi guarderà con aria velatamente malinconica mentre la spennate, le togliete le interiora e la aprite a libro. Probabilmente vi farà sentire molto in colpa. Se non reggete all'emozione, bendatela. Dopo averla così preparata e aver formato la brace, fate bollire due litri di acqua con 5 foglie e scorze di mezzo cedro, un rametto di rosmarino e uno di timo, un cucchiaio di sale. Fate raffreddare. Mettete da parte un bicchiere e immergete La Fenice nel liquido rimanente per 5 ore. Asciugatela. Scaldate un pentolino di olio con rosmarino, cannella, cedro, timo e mirto. Massaggiate La Fenice con l'olio aromatico e sale. In questa fase sembrerà divertita, nonostante tutto. I massaggi piacciono anche alle fenici. Mettete La Fenice sulla brace con griglia alta almeno 20 cm per circa 40/50 minuti. A questo punto probabilmente canterà. Apprezzate la meravigliosa melodia della sua voce. Continuate a spennellare con l'olio aromatico durante la cottura alternando con l’infuso messo da parte per ammorbidirla (meglio usare uno spruzzino). A fine cottura aggiungete rami di rosmarino, mirto, timo alla brace e aspettate la fiamma alta. Siamo arrivati al momento in cui, inevitabilmente, La Fenice morirà, non prima di aver pianto calde lacrime. Raccoglietele in una piccola ampolla: curano quasi tutte le malattie. Il momento in cui versa le sue lacrime è quello della perfetta cottura, quindi non potete sbagliare. Rosolate La Fenice per dorare la pelle e servite subito in tavola. Per migliorare l'esperienza degustativa, diffondete nella sala da pranzo aromi di incenso e mirra. Finito il pasto, raccogliete tutti i residui (testa, zampe, ossa, interiora, potete tenere le piume) e gettateli nella fiamma alta. Aspettate che La Fenice si riformi come nuova. Lasciatela riposare tre giorni, se l'è meritato. Al quarto giorno potrete cucinarla di nuovo. Mi rendo conto che si tratti di un ricettario “particolare”… lo rimetto al suo posto prima che torni la strega. INTRO ELECTRA Questa mattina il mare ha consegnato una bottiglia preziosissima, perché contiene una poesia, e la voce di Electra Piccardo, vi lascio alle sue parole! LETTURA ELECTRA Il sogno O Morfeo raccontami del tuo dolce abisso E conducimi nei meandri del tuo oscuro torpore Lo senti anche tu questo tepore Che si infrange in me con un moto prolisso? Guidami nell’ombra del tuo dolce richiamo, concedimi la pace tanto attesa. Ma credi davvero che sia una resa Questo stato perenne in cui giacciamo? Il tuo mondo è confuso, ricco di insidie. Io preda incapace di trovare la bussola E tutto quel che vedo scombussola Il mio animo macchiato da tante perfidie. Regalami infine la gioia della pace eterne. Purificami da ogni pensiero e dolore. La tua voce mia sola ed unica lanterna: il tuo sonno placa della mia mente il calore GIOCO Il gioco di oggi consiste nel provare a pensare a colori le frasi che pronunciamo Immagina un frizzante incontro giallo, uno sviluppo pacato… molto verde, un passaggio verso il blu con autorevolezza, e uno slancio verso il rosso della passione. Prendi un testo e sottolinea le frasi con i colori adatti. Provate a individuarli. Ecco l’esercizio del venditore di rose, vi lascio il testo: “Signor Galli Buongiorno! Sono felice di incontrarla! come sta? Ho apprezzato molto ciò che mi ha detto al telefono e posso dirle che al suo posto penserei esattamente le stesse cose, grazie comunque per l’attestazione di stima. Tutto ciò mi ha colpito e oggi sono qui per accontentarla, guardi qua! Quella che ha davanti, è un raro esemplare di rosa violarum La sfiori, senta la delicatezza del velluto, si inebri del suo profumo avvolgente, provi a immaginare la scena, quando la presenterà ai suoi clienti sarà un successo sicuro, mi creda” Mi raccomando! registra la tua voce, e abituati ad ascoltarla, perché è il modo migliore per prendere consapevolezza di come suona, per renderti conto dei cambiamenti che ottieni, non dimenticarti di respirare, fai qualche paura ogni tanto …. e esercitati per migliorare l’articolazione. CHIUSURA Vi ringrazio per l’attenzione, come sempre vi chiedo di inviare le vostre registrazioni. Il link per tutti gli episodi si trova su radio . unige . it. sul canale Telegram e Spotify. Per qualsiasi domanda, commento, o suggerimento, mandate un’e-mail indicando come oggetto: “Le voci della strega del mare” su [email protected] Grazie! Alla prossima puntata! Ciao!

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